Con la conclusione della pausa estiva, il Governo italiano si prepara ad affrontare una delle sfide più cruciali dell’anno: la formulazione della Legge di Bilancio 2026. Questo documento, atteso in Parlamento entro la fine dell’anno, dovrà passare attraverso la Nota di Aggiornamento al Def prevista per settembre. Gli obiettivi fissati dall’esecutivo sono evidenti, ma restano aperti interrogativi sulle risorse disponibili e sull’adeguamento ai rigorosi vincoli europei riguardanti il debito e la spesa pubblica. La vera sfida consisterà nel bilanciare le promesse politiche con la necessità di mantenere la sostenibilità dei conti pubblici, evitando di deludere le aspettative di famiglie, imprese e istituzioni europee.
Il cuore della manovra: il taglio IRPEF al ceto medio
Una delle misure più simboliche che il Governo intende adottare è il taglio dell’IRPEF per i redditi medi. Dopo il riordino delle aliquote avvenuto nel 2024, l’intento è di ridurre l’aliquota dal 35% al 33% per i redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro, con la possibilità di estenderla fino a 60.000 euro. Questo cambiamento potrebbe portare a un beneficio annuale stimato tra i 440 e i 660 euro per i contribuenti interessati, con ricadute positive sui consumi familiari. Tuttavia, è fondamentale considerare che questa misura comporta un costo per lo Stato di circa 4 miliardi di euro, il che implica la necessità di trovare coperture adeguate per evitare squilibri di bilancio.
La riduzione dell’IRPEF è vista come un valido incentivo per stimolare la spesa dei consumatori e, di conseguenza, il rilancio dell’economia. Tuttavia, la sostenibilità di questa misura sarà messa alla prova dalla gestione delle risorse pubbliche e dalle esigenze di bilancio. Dovrà essere dimostrato che l’impatto positivo sui consumi possa effettivamente compensare il costo della misura a lungo termine.
Rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali
Un’altra proposta sul tavolo è la rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali, una nuova sanatoria fiscale mirata a ridurre il pesante “magazzino fiscale” che ha raggiunto livelli preoccupanti, superando i 1.300 miliardi di euro. Questa sanatoria si differenzierà dalle precedenti per la sua selettività; si prevede, infatti, di limitare l’accesso a determinate categorie di contribuenti, offrendo la possibilità di saldo e stralcio parziale per i debiti di minore entità. Sebbene questa misura possa ridurre il contenzioso fiscale e generare entrate immediate, esiste il rischio che venga percepita come ingiusta nei confronti dei contribuenti che rispettano le scadenze e adempiono ai propri obblighi fiscali.
La rottamazione quinquies rappresenta una strategia volta non solo a sfoltire i debiti incagliati, ma anche a stimolare la compliance fiscale. Tuttavia, sarà essenziale monitorare gli effetti di questa misura sul lungo termine per garantire che non si creino disparità tra i contribuenti.
Il capitolo pensioni: verso una maggiore flessibilità
Il settore previdenziale si preannuncia come uno dei più complessi da gestire nella legge di bilancio 2026. A partire dal 2027 è previsto un incremento automatico dell’età pensionabile, da 67 anni a 67 anni e 3 mesi. Tuttavia, il Governo mira a fermare questa norma, con un costo stimato di almeno 300 milioni di euro all’anno. Inoltre, si sta discutendo l’introduzione di una pensione anticipata a 64 anni, oggi accessibile solo a chi è nel sistema contributivo puro, con l’intento di estenderla anche ai lavoratori nel sistema misto, mantenendo però il calcolo interamente basato sul metodo contributivo.
Un altro argomento sul tavolo riguarda la revisione di Opzione Donna, una misura che, negli ultimi anni, ha visto ridursi la sua platea di beneficiarie. Al contrario, le ipotesi più onerose, come la Quota 41 per tutti e la proroga di Quota 103, sembrano ormai escluse. La sfida consisterà nel trovare soluzioni che garantiscano flessibilità nel sistema pensionistico, senza compromettere la sostenibilità futura dei conti pubblici.
Il nodo delle risorse e la sostenibilità delle misure
Il problema principale rimane invariato: la disponibilità di risorse per coprire le misure proposte. La Ragioneria generale dello Stato ha invitato tutte le amministrazioni a gestire le spese in modo rigoroso, evitando di accumulare nuovo debito e richiedendo risparmi equivalenti a ogni nuova spesa. Le normative europee impongono una pianificazione fino al 2032, assicurando che la crescita della spesa primaria netta rimanga sotto controllo. Pertanto, ogni misura dovrà essere dimostrata sostenibile nel medio-lungo termine, non solo nell’ambito del bilancio annuale.
In conclusione, la Legge di Bilancio 2026 rappresenta un’opportunità per affrontare le sfide economiche del Paese, ma richiede un’attenta analisi delle risorse e delle misure proposte. Sarà fondamentale monitorare l’implementazione delle politiche fiscali e previdenziali per garantire un equilibrio tra le aspettative della popolazione e la necessità di mantenere la stabilità economica.