Capitale umano e recovery: strategie per l’Ucraina post-conflitto

Esplora come la resilienza e il capitale umano siano fondamentali per la ricostruzione dell'Ucraina.

In un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo in Ucraina, riportare l’attenzione sulle persone non è solo un’idea astratta, ma una vera e propria necessità. La recente conferenza “Empowered Ukraine: ripartire dal capitale umano”, che si è tenuta a Roma, ha messo in luce come il capitale umano rappresenti una leva fondamentale per garantire una ripresa duratura e giusta per il Paese. Questo incontro ha riunito diverse organizzazioni, tra cui Caritas Italiana e altre ong, con l’obiettivo di discutere la situazione attuale e le strategie da adottare per affrontare le complessità della ricostruzione.

Capitale umano come leva di ripresa

Il concetto di capitale umano va ben oltre la semplice considerazione delle persone come risorse; implica un approccio integrato che include anche il capitale sociale e le comunità. Come ha sottolineato Silvia Sinibaldi, vicedirettrice di Caritas Italiana, è essenziale riconoscere il valore delle persone e delle comunità, incluse quelle famiglie che sono state duramente colpite dalla guerra. Non possiamo dimenticare che la ripresa deve iniziare dalla cura dei traumi e dal riconoscimento del potenziale di ogni individuo nella costruzione di un futuro sostenibile.

Le comunità ucraine, pur ferite dall’attuale conflitto, hanno dimostrato una resilienza straordinaria. In questo periodo di emergenza prolungata, le vulnerabilità si intensificano: ci sono bambini privi di accesso all’istruzione, persone con disabilità in cerca di supporto e anziani rimasti soli. È cruciale che gli sforzi di ricostruzione si concentrino su queste categorie, garantendo assistenza e supporto a chi è più vulnerabile. Ti sei mai chiesto come possiamo fare la differenza in queste situazioni così complesse?

Progetti concreti e necessità emergenti

Caritas Italiana, insieme a Caritas Spes Ukraine, ha avviato progetti volti ad aprire centri sociali per fornire ascolto e supporto alle persone. Queste iniziative affrontano anche la salute mentale e offrono assistenza medica in contesti di isolamento. È evidente che l’accompagnamento sociale è essenziale, specialmente per bambini, anziani e persone con disabilità, che sono i gruppi maggiormente colpiti dal conflitto. La testimonianza di Tetiana Stawnychy, presidente di Caritas Ucraina, evidenzia come la situazione stia peggiorando, con un aumento esponenziale degli attacchi e una crescente necessità di assistenza.

In questo contesto, ong come Ngo Girls si impegnano a promuovere iniziative per donne e ragazze, affrontando le pressioni economiche e sociali che vivono quotidianamente. La loro esperienza dimostra che le organizzazioni della società civile sono le prime a intervenire in situazioni di emergenza, come nel caso della diga di Kakhovka. Tuttavia, la sfida attuale è rappresentata dai tagli ai finanziamenti, che minacciano di ridurre il supporto per le attività umanitarie e di sviluppo. Come possiamo garantire che queste iniziative continuino a ricevere il supporto di cui hanno bisogno?

Le disuguaglianze di genere e l’importanza di un approccio integrato

Secondo WeWorld, quest’anno ben 12,7 milioni di persone in Ucraina avranno bisogno di assistenza umanitaria. Le disuguaglianze di genere, già presenti nel settore WASH (acqua, igiene e servizi sanitari), sono amplificate dalla guerra. Un’indagine condotta da WeWorld ha rivelato che molte donne e ragazze non hanno accesso ai prodotti per la salute mestruale, un problema che è una sfida globale, ma che in Ucraina ha raggiunto livelli critici.

Nonostante le difficoltà, il lavoro invisibile delle donne si è rivelato fondamentale per mantenere la coesione sociale nel Paese. La Fondazione Avsi, operativa dal 2014, continua a sviluppare interventi che vadano oltre l’assistenza immediata, puntando a un’educazione e protezione effettive per i gruppi vulnerabili. La chiusura delle scuole ha avuto ripercussioni significative sul benessere psicosociale dei bambini, rendendo essenziale una risposta integrata e sostenibile. In che modo possiamo supportare le donne e le ragazze in questo contesto così difficile?

Alla vigilia della conferenza per la ripresa dell’Ucraina, l’auspicio è che tutti gli attori coinvolti comprendano l’importanza di un approccio collaborativo, dove la società civile gioca un ruolo cruciale nella risposta umanitaria e nella stabilizzazione post-conflitto. La richiesta di una pace giusta è un messaggio chiaro e forte, che risuona con l’appello a non abituarsi mai alla guerra, poiché essa rappresenta sempre una sconfitta per l’umanità. Non è forse il momento di unirci e fare la nostra parte per un futuro migliore?

Scritto da AiAdhubMedia

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