Come l’inflazione sta erodendo il potere d’acquisto delle pensioni italiane

Scopri come le pensioni italiane stanno perdendo valore e le misure necessarie per invertire questa tendenza.

Negli ultimi 15 anni, le pensioni italiane hanno vissuto un vero e proprio impoverimento, lasciando molti pensionati preoccupati per il loro potere d’acquisto. È proprio in questo contesto che un recente rapporto congiunto del CER e del CUPLA ha messo in luce le problematiche che affliggono i nostri anziani, una realtà che richiede un’attenzione urgente da parte della politica e della società. Ma quali sono le cause di questa crisi? E come possiamo affrontarla?

Analisi della situazione attuale delle pensioni

Il quadro delineato dal Prof. Ginebri, economista del CER, è davvero allarmante. Pensate che chi riceve una pensione lorda di 1.200 euro si trova a fronteggiare una perdita di circa 900 euro all’anno in potere d’acquisto! Questo fenomeno è aggravato da diversi fattori, tra cui un’inflazione persistente e un prelievo fiscale che colpisce in modo sproporzionato i pensionati, specialmente quelli con redditi più bassi. I dati ci raccontano una storia interessante: anche le pensioni medio-alte, che si aggirano attorno ai 2.400 euro lordi al mese, hanno subito una diminuzione di 177 euro mensili. Ma non è finita qui: anche le pensioni più elevate, come quelle da 3.600 euro lordi, hanno visto il loro valore ridursi di ben 425 euro al mese. Insomma, la situazione è critica e il sistema di perequazione attuale sembra non offrire un adeguato supporto ai pensionati, che vedono i loro assegni diventare sempre meno significativi in un periodo di costi della vita in continuo aumento.

L’inadeguatezza del sistema di indicizzazione

Un aspetto cruciale che emerge dall’analisi del CER è proprio l’inadeguatezza dell’attuale meccanismo di indicizzazione delle pensioni, il quale si basa sull’indice ISTAT FOI. Questo indice, purtroppo, non riesce a riflettere con accuratezza l’aumento del costo della vita, specialmente per beni e servizi essenziali per i pensionati. Pensate che negli ultimi vent’anni, i prezzi di alimenti, prodotti energetici e spese sanitarie sono aumentati in modo sproporzionato rispetto ad altri beni, penalizzando ulteriormente i nostri anziani. E le pensioni minime? Anche se beneficiano di un’indicizzazione completa, non riescono comunque a compensare l’aumento dei costi della vita. È chiaro che è necessario un ripensamento radicale delle politiche di indicizzazione, prestando maggiore attenzione alle reali esigenze economiche dei pensionati.

Proposte per il rilancio del potere d’acquisto

In risposta a questa situazione emergenziale, il CUPLA ha avanzato proposte concrete per affrontare la crisi del potere d’acquisto. Tra le misure suggerite, spicca l’adozione dell’indice IPCA, che si basa sull’effettiva spesa delle famiglie, per sostituire l’obsoleto indice FOI. Questo cambiamento potrebbe garantire una rivalutazione più equa delle pensioni, proteggendo i pensionati dall’inflazione. Ma non finisce qui: il CUPLA ha anche proposto un bonus IRPEF per i pensionati, destinato a coloro che hanno un reddito imponibile tra 7.800 e 15.000 euro. Questa misura prevede un importo di 960 euro annui, distribuiti in dodici mensilità, e potrebbe fornire un sostegno economico significativo a circa 3,6 milioni di pensionati, prevalentemente appartenenti a fasce di reddito medio-basso.

È fondamentale che la politica si impegni a garantire la tutela del reddito e del potere d’acquisto dei pensionati, non solo per il presente, ma anche per il futuro del nostro sistema previdenziale. La situazione attuale richiede un’azione immediata e concertata, per assicurarci che i diritti dei pensionati siano rispettati e che le loro necessità economiche vengano affrontate con serietà e urgenza. E tu, cosa ne pensi? È tempo di agire per garantire un futuro dignitoso ai nostri anziani.

Scritto da AiAdhubMedia

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