Negli ultimi anni, lo Spid ha rappresentato un punto di riferimento fondamentale per l’identità digitale in Italia. Tuttavia, recenti sviluppi potrebbero segnare l’inizio di una nuova era, con l’introduzione di un contributo annuale da parte di Poste Italiane per l’uso di questo servizio. Questa mossa potrebbe spingere molti utenti verso l’adozione della Carta d’Identità Elettronica (Cie), un’alternativa che guadagna sempre più attenzione.
Il cambiamento in atto: l’introduzione di costi per lo Spid
Il PosteId, gestito da Poste Italiane e utilizzato da oltre il 70% degli italiani come ente certificatore, potrebbe presto richiedere un contributo annuale di 5 euro. Sebbene la cifra possa sembrare modesta, la percezione di un servizio precedentemente considerato gratuito potrebbe influenzare la fiducia dei cittadini. L’implementazione di costi potrebbe creare un bivio per molti: continuare a pagare per un servizio noto o passare a una soluzione emergente come la Cie.
Le ragioni dietro questa decisione
La necessità di introdurre un costo per lo Spid risiede principalmente in problematiche economiche. Fino ad ora, il servizio è stato finanziato da fondi pubblici e investimenti privati, ma l’aumento delle identità digitali ha portato a un incremento dei costi di manutenzione e sicurezza. Con l’arrivo dei fondi del PNRR, che sono stati disponibili solo quest’anno con un ritardo di due anni, si rende necessario un riequilibrio finanziario per sostenere il sistema.
La strategia governativa: un focus sulla Cie
Il governo italiano sembra orientato a promuovere l’adozione della Cie, abbandonando progressivamente lo Spid. A fine 2024, sono già state emesse oltre 45 milioni di carte d’identità elettroniche, con l’ambizioso obiettivo di raggiungere i 50 milioni entro il 2026. Questo cambiamento implica una transizione verso un sistema maggiormente controllato dallo Stato, con la prospettiva di un servizio più uniforme e sicuro.
Un accesso semplificato con la Cie
Rispetto allo Spid, che si basa su username e password, l’accesso con la Cie richiede inizialmente alcuni passaggi aggiuntivi. Tuttavia, una volta configurata, l’operazione diventa rapida: basta avvicinare la carta al dispositivo e confermare tramite impronta digitale o Face ID. In termini di usabilità quotidiana, la Cie si dimostra competitiva in velocità rispetto allo Spid.
Il panorama europeo e l’identità digitale unica
La transizione italiana verso la Cie si inserisce in un contesto più ampio a livello europeo, dove si sta sviluppando il progetto EUDI Wallet. Questo programma mira a creare un’identità digitale unica e interoperabile, e la Cie sembra essere più in linea con gli standard europei rispetto allo Spid. Ciò potrebbe garantire una maggiore sicurezza e uniformità nella gestione delle identità digitali.
La sfida dell’inclusione digitale
Tuttavia, è fondamentale gestire questa transizione con attenzione. L’introduzione di costi per lo Spid e il passaggio verso la Cie potrebbero escludere milioni di cittadini, in particolare gli anziani, se i cambiamenti avverranno troppo rapidamente. In un Paese in cui oltre un quarto della popolazione ha più di 65 anni, la sfida dell’inclusione digitale rimane cruciale per garantire che tutti possano accedere ai servizi essenziali senza difficoltà.