Si apre domani, 30 maggio, il “Festival della Comunicazione” 2025, un’importante manifestazione che invita a riflettere su cosa significhi comunicare oggi e perché questo gesto non sia mai neutro. Sotto l’egida di monsignor Rocco Pennacchio, vescovo di Fermo, l’evento si svolgerà fino all’8 giugno, giorno di Pentecoste, coinvolgendo comunità, giornalisti, educatori e tutti coloro che desiderano esplorare il potere delle parole.
Un festival di dialogo e responsabilità
Il Festival della Comunicazione, promosso dai Paolini e dalle Paoline e organizzato dall’arcidiocesi di Fermo, si inserisce nel contesto del Giubileo. Questo rappresenta un’opportunità per riflettere sull’importanza della comunicazione in un’epoca segnata da conflitti e disinformazione. Il tema centrale, ispirato dal messaggio di Papa Francesco per la 59ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, invita a «Condividere con mitezza la speranza che è in voi» (1Pt 3,15-16). Questo appello è diretto a tutti noi, affinché possiamo diventare artigiani di un linguaggio che guarisce e costruisce ponti.
Un programma ricco di eventi
Numerosi ospiti di rilievo parteciperanno al festival. L’apertura, fissata per domani alle 18 a Fermo, vedrà il dialogo tra Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, ed Enrico Mentana, noto giornalista italiano. Durante la settimana, si susseguiranno incontri con figure significative del mondo ecclesiale e civile, come il presidente dell’Istat Francesco Maria Chelli, che discuterà con gli studenti sul significato del lavoro nella società contemporanea.
Attività e laboratori per tutti
Il festival non si limita a conferenze e dibattiti. Sono previste anche mostre, spettacoli e laboratori, toccando temi cruciali come inclusione, cura e intelligenza artificiale. A Porto Sant’Elpidio, ci sarà un incontro ecumenico con rappresentanti delle Chiese cristiane delle Marche, un momento di dialogo e condivisione che mira a riscoprire la speranza nel confronto.
Il messaggio di speranza
In un contesto dove la comunicazione può facilmente diventare fonte di divisione, l’auspicio di suor Cristina Beffa e di don Giuseppe Lacerenza, coordinatori paolini del Festival, è che questa manifestazione diventi un “ripetitore naturale” di condivisione e mitezza. Con lo slogan “Accendiamo la Speranza”, il festival si propone di dimostrare che una comunicazione diversa è possibile, in linea con il motto del beato Giacomo Alberione: fare a tutti la carità della verità.
Un’eredità viva
Le parole di Leone XIII agli operatori dei media risuonano ancora oggi, sottolineando l’importanza di una comunicazione che valorizzi la dignità umana. Il Papa ha richiamato l’attenzione sui giornalisti imprigionati e ha esortato a una comunicazione che parli al cuore. Il festival, quindi, non è solo un incontro di esperti, ma un’opportunità per tutti di apprendere e partecipare a un dialogo che travalica le barriere e offre una visione alta e umana della comunicazione.
Una visione umana del comunicare
A distanza di quasi vent’anni dalla sua nascita, il Festival della Comunicazione torna a proporre una visione che va oltre la mera informazione. È un richiamo a trasformare le parole in gesti di cura e ascolto, a costruire comunità attraverso storie che parlano di futuro e di speranza. La comunicazione, insomma, diventa un atto di amore e responsabilità, capace di guarire le ferite della società contemporanea.