Immagina di trovarsi in un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, con le pareti grigie che raccontano storie di vite spezzate. Eppure, in questo contesto, nasce una storia di redenzione che profuma di erba bagnata e tiri in porta. Germano, un appassionato di calcio cresciuto a Napoli, ha vissuto un’esperienza che lo ha portato a scoprire un nuovo significato di libertà e speranza.
Un amore per il calcio e una vita complicata
Sin da piccolo, Germano ha sognato i campi verdi e i cori degli stadi. Cresciuto in una famiglia che, ironicamente, non aveva nulla a che fare con la criminalità – suo padre è un avvocato penalista – ha sempre cercato di seguire una vita retta. Ma, come spesso accade, la vita ha dei piani diversi. Un matrimonio precoce e un figlio da mantenere lo hanno spinto a prendere strade sbagliate. “Non saprei dire né come né perché,” racconta, “ma mi sono avvicinato al mondo criminale, convinto che a me non sarebbe mai successo nulla.”
Come se fosse un personaggio di un film drammatico, Germano si è trovato intrappolato in un vortice di emozioni e azioni sempre più pericolose. “Ero come un giocoliere che lanciava troppe palle in aria, e non riuscivo a fermarmi,” ammette, consapevole che l’unica via d’uscita era quella delle manette.
La vita in carcere: una seconda possibilità
Quando la libertà gli è stata strappata, Germano ha scoperto che il carcere poteva diventare un luogo di rinascita. “Non venendo da una famiglia della criminalità organizzata, avevo ricevuto altri input che mi hanno dato la forza di resistere,” riflette. Il carcere, per lui, è stato come un risveglio improvviso, una sorta di schiaffo che lo ha ridestato da un letargo pericoloso.
In un ambiente dove molti smettono di lottare, lui ha deciso di impegnarsi. “In carcere puoi anche fermarti, ma io volevo dimostrare a me stesso di potercela fare.” E così, quando nel 2014 è iniziato il progetto “Mettiamoci in gioco”, ha trovato la sua strada: il calcio. Da capitano della squadra di calcio a 5, la Libertas Stanazzo, Germano ha riscoperto il valore della collaborazione e dell’amicizia.
Il potere dello sport e il cambiamento
Ma qual è il segreto del successo di questo progetto? Per Germano, lo sport in carcere non è solo una distrazione, è una vera e propria terapia. “Ti impegni, socializzi, e interagisci con il mondo esterno,” spiega. Le partite contro le squadre esterne sono diventate momenti di gioia e condivisione, un modo per ricordare a tutti che la vita può riservare sorprese anche nei posti più inaspettati.
Nel 2016, quando Germano ha riacquistato la libertà, ha portato con sé non solo i ricordi di un passato difficile, ma anche la determinazione a non dimenticare l’importanza di dare una mano a chi vive situazioni simili. Oggi, la sua storia è diventata un cortometraggio per celebrare il decennale della sua squadra, un tributo a coloro che, come lui, hanno trovato nella solidarietà e nello sport una via d’uscita.
Una luce di speranza
“Se in carcere non fai nulla, rischi di incattivirti. Ma se incontri persone che ti offrono speranza, allora puoi cambiare,” conclude Germano con un sorriso. La sua storia è un chiaro esempio di come, con un po’ di buona volontà e il giusto supporto, anche le situazioni più buie possano trasformarsi in nuove opportunità. E chissà, magari un giorno, mentre passeggi per le strade di Napoli, potresti incontrare un uomo che, grazie al calcio, ha saputo riscrivere la sua vita.