Il valore dell’educazione nell’era digitale

L'educazione è la chiave per affrontare le sfide moderne. Scopri come.

Viviamo un periodo in cui la tecnologia permea ogni aspetto della nostra vita, rendendo necessaria una riflessione profonda su come affrontare questo cambiamento. Il cardinale José Tolentino de Mendonça ha messo in luce l’importanza di un’educazione che riscopra non solo il valore della conoscenza, ma anche quello della bellezza e della spiritualità. Ciò che emerge è la necessità di un approccio educativo che non sia solitario, ma che coinvolga maestri e guide capaci di accompagnare i giovani nella loro crescita.

L’educazione come bussola nelle incertezze moderne

Nel corso del Secondo Incontro Internazionale sul Senso, il cardinale ha sottolineato che l’educazione deve fungere da guida in un’epoca ricca di cambiamenti e incertezze. La frase di Papa Francesco, “non viviamo solo in un’epoca di cambiamenti, ma in un cambiamento d’epoca”, risuona con forza. In questo contesto, l’educazione diventa fondamentale per sviluppare un uso consapevole delle tecnologie e per promuovere un pensiero critico. Gli educatori devono saper discernere le opportunità e i limiti delle innovazioni digitali, affinché i giovani possano affrontare il futuro con consapevolezza.

Il Patto Educativo Globale

Un segno tangibile di questo impegno è rappresentato dal Patto Educativo Globale, lanciato da Papa Francesco nel settembre 2019. Questo patto invita il mondo a unire le forze affinché l’educazione possa generare pace, giustizia e accoglienza. Tuttavia, affinché ogni patto possa prosperare, è necessario rinnovare costantemente la sua linfa vitale. Come ha osservato Tolentino de Mendonça, “tutto ha un riflesso nel mondo educativo”. È cruciale prestare attenzione anche alla salute mentale, una questione che è emersa con forza nel post-pandemia e che richiede un’attenzione particolare nei contesti scolastici.

Affrontare le emergenze educative

Un altro aspetto urgente da considerare è l’istruzione nei contesti di emergenza. Il cardinale ha richiamato l’attenzione su milioni di bambini che, a causa di guerre e crisi, non hanno accesso alla scuola. Sono circa 230 milioni i minori privi di istruzione, un dato allarmante che richiede azioni concrete. L’educazione deve quindi essere estesa a tutti, senza eccezioni, per garantire opportunità a chi vive in condizioni difficili, come migranti e rifugiati.

Un’educazione che custodisce la Casa Comune

Il messaggio dell’enciclica Laudato si’ diventa sempre più attuale: l’uomo e l’ambiente non sono entità separate, ma parti di un’unica sinfonia. L’educazione deve formare una coscienza ecologica, affinché ogni individuo diventi custode della Casa Comune. Come ha affermato Tolentino de Mendonça, non serve un’antropologia che domini, ma una che rispetti. L’educazione deve insegnare a prendersi cura del Creato, a vivere in armonia con l’ambiente, e a riflettere su come rimanere umani in un mondo sempre più dominato dalla tecnologia.

Il ruolo dell’educatore

Nell’esplorare il tema dell’istruzione, è importante sottolineare il ruolo centrale dell’educatore. Non si tratta di una semplice “macchina di conoscenze”, ma di una guida, un amico, un compagno di viaggio. Gli educatori devono saper accompagnare i giovani nel loro percorso di crescita personale, custodendo il “miracolo quotidiano” della formazione. La scelta del nome del nuovo Papa, che richiama le “cose nuove”, suggerisce un ritorno all’essenza dell’educazione, capace di integrare le sfide contemporanee con una visione umana e inclusiva.

Scritto da AiAdhubMedia

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