Investire in armi nucleari o combattere la fame nel mondo: il paradosso del 2025

Le spese per le armi nucleari nel 2024 avrebbero potuto sfamare milioni di persone in difficoltà.

Immagina se, con i miliardi spesi per le armi nucleari, potessimo risolvere la fame nel mondo. Sì, proprio così! Secondo un recente rapporto, le enormi spese per l’arsenale atomico avrebbero potuto nutrire per quasi due anni 345 milioni di persone che attualmente soffrono di fame acuta. Una riflessione che ci fa pensare: dove stiamo investendo le nostre risorse?

Un investimento inquietante

Nel 2024, i nove paesi che possiedono armi nucleari — tra cui Cina, Stati Uniti, Russia e Francia — hanno speso oltre 100 miliardi di dollari per potenziare i loro arsenali. Questo è un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente, il che equivale a circa 3.169 dollari al secondo. Facendo i conti, parliamo di 274 milioni di dollari al giorno! E mentre il mondo si trova di fronte a sfide come la fame e la povertà, queste cifre fanno davvero riflettere.

Il contrasto tra spese militari e necessità umane

Il rapporto della Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (Ican) sottolinea come questi investimenti siano non solo esorbitanti, ma anche profondamente discutibili. In un momento in cui le Nazioni Unite affrontano tagli ai finanziamenti, l’importo speso per le armi nucleari avrebbe potuto coprire il bilancio dell’Onu quasi 28 volte. Immagina quanti progetti umanitari o iniziative per il clima si potrebbero finanziare con una cifra del genere!

La situazione attuale delle armi nucleari

Attualmente, nel mondo ci sono circa 12.000 testate nucleari, e quasi il 90% di esse appartiene a Stati Uniti e Russia. Mentre gli Stati Uniti continuano a guidare la spesa globale in armi nucleari con 56,8 miliardi di dollari, la Cina si posiziona al secondo posto con 12,5 miliardi. Il Regno Unito segue con 10,4 miliardi, mentre altri paesi faticano a tenere il passo con queste enormi cifre. Ma a cosa serve tutto questo?

Un futuro incerto

La Ican evidenzia che il denaro speso per le armi nucleari è, in definitiva, «sprecato». Questo perché i paesi nucleari stessi hanno riconosciuto che una guerra nucleare non può essere vinta e non dovrebbe mai essere combattuta. Eppure, continuiamo a vedere un aumento dei budget militari a scapito di questioni cruciali come il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità. I 100 miliardi spesi potrebbero finanziare misure per affrontare queste minacce, ma purtroppo, la tendenza non sembra destinata a cambiare.

La speranza di un cambiamento

Nonostante le avversità, la Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, attiva in 107 paesi, continua a lavorare per un mondo più sicuro. Nel 2017, ha ricevuto il premio Nobel per la pace per il suo impegno nel sensibilizzare l’opinione pubblica sulle conseguenze devastanti dell’uso delle armi nucleari. La loro missione è chiara: promuovere l’adesione e l’implementazione del Trattato per la proibizione delle armi nucleari. Un passo importante verso un futuro senza armi di distruzione di massa.

Scritto da AiAdhubMedia

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