La scrittura di Paolo Malaguti, in “SicutErat. Il Mistero in dialetto: storia di una fede piana”, è un viaggio che invita a riflettere su come le esperienze di vita e le tradizioni familiari influenzino la nostra percezione della fede. Nato nel 1978, Malaguti rappresenta un ponte tra un’epoca analogica e quella digitale, rendendo il suo racconto ancora più affascinante. I suoi testi non sono solo parole su carta, ma una macchina del tempo che ci riporta a momenti di stupore e magia, così cari a chi ha vissuto quegli anni.
In una società che spesso sembra dimenticare l’importanza delle radici, le sue storie offrono un respiro di nostalgia e un invito a riscoprire una fede che è, prima di tutto, un’esperienza familiare.
La religione dei nonni e la sua magia
Quando Malaguti parla della fede dei suoi nonni, è impossibile non essere catturati dalla sua descrizione vivida e sincera. La religione che egli ricorda non è quella delle aule fredde e delle lezioni noiose, ma un universo di meraviglie, dove apparizioni e tradizioni si intrecciano in un racconto ricco di emozione. “La religione dei miei nonni era fatta di stupore, di apparizioni, di diavoli e ostie sanguinanti di misteri e pranzi in famiglia”, scrive, e in queste parole risuona un’eco di autenticità che ci invita a riflettere sull’importanza di una fede vissuta, non solo raccontata.
È come se il dialetto dei nonni, con la sua musicalità e le sue storpiature, avesse il potere di dare vita a significati profondi, facendoli vibrare in un’armonia che sfida il tempo. Questo linguaggio familiare diventa un ponte che collega generazioni, un modo per trasmettere storie e valori in modo che le parole non siano mai completamente afferrabili, ma sempre affascinanti.
Le dolcezze dell’infanzia e la fede
Ricordo quando, da bambino, ogni visita a casa delle mie zie era un’avventura. Malaguti descrive le sue “ziesuore” con affetto, sottolineando come ogni incontro fosse accompagnato da regali e dolcezza. Le caramelle all’orzo, il profumo di cibo nell’aria, tutto contribuiva a creare un’atmosfera di calore e intimità. “E ora che, come tanti, combatto con il tempo sempre scarso, penso che era bello andare a trovare la ziasuora”, riflette, e in queste parole c’è una verità universale: il tempo trascorso con i propri cari è un tesoro che arricchisce la vita.
Le piccole cose, come un semplice dolce o una frase affettuosa, diventano simboli di amore e di connessione, e la fede, in questo contesto, si trasforma in un legame profondo, quasi tangibile.
La fede come esperienza condivisa
La fede non è solo un concetto astratto, ma qualcosa di vissuto, di condiviso. Malaguti riesce a catturare l’essenza di questa idea quando parla di come la religione fosse presente nei piccoli gesti quotidiani. “Fai un fioretto per la Madonna”, una frase che accompagnava ogni compito, trasformando l’ordinario in un momento di sacralità.
I bambini, pur vedendo la religione come un’imposizione, scoprivano che c’erano anche vantaggi: le corone del rosario che brillavano al buio, un’immagine che rimane impressa. In questo modo, la fede si fa gioco, scoperta e tradizione, un modo per crescere e per imparare a dare valore alle cose semplici, ma fondamentali.
L’Azione Cattolica e la ricerca di un luogo sicuro
Malaguti, come molti della sua generazione, ha trovato nell’Azione Cattolica un rifugio, un posto dove poter vivere la propria spiritualità senza la pressione che caratterizzava altre esperienze. “Nello spazio dell’Azione Cattolica ho trovato un luogo di non giudizio, di accoglienza, di confronto tra pari”, racconta, facendo trasparire il desiderio di creare spazi di serenità per le nuove generazioni.
Questo desiderio di costruire un ambiente sereno e positivo, in contrapposizione alle pressioni esterne, è un insegnamento che oggi più che mai risuona: è fondamentale coltivare luoghi di dialogo e di crescita, dove ognuno possa sentirsi libero di esprimere la propria fede senza timore di essere giudicato.
Riflessioni finali sulla devozione popolare
Alla luce delle parole di Malaguti, possiamo comprendere quanto la pietà popolare, quella che Papa Francesco ha spesso celebrato, rappresenti un ponte tra il sacro e il quotidiano. La religione non è solo un fatto privato, ma un aspetto che permea la vita sociale, creando occasioni di incontro e di festa.
La devozione del popolo, radicata nella cultura e nelle tradizioni, è un elemento vitale per la comunità ecclesiale, e i racconti di Malaguti ci ricordano quanto sia importante valorizzare queste esperienze, per non perdere il legame con le nostre radici e con ciò che ci rende esseri umani. In un mondo che cambia rapidamente, la ricerca di significato e di connessione diventa più che mai cruciale, e le parole di Malaguti ci offrono una guida preziosa per navigare in questo viaggio.