Negli ultimi anni, un dato allarmante è emerso riguardo all’aspettativa di vita degli anziani: gli individui con redditi più bassi vivono in media nove anni in meno rispetto a quelli con redditi elevati. Questa discrepanza è emersa da un’analisi condotta dal National Council on Aging (NCOA) e dal LeadingAge Long-Term Services and Supports Center dell’Università del Massachusetts, che hanno esaminato i dati dell’Health and Retirement Study, un importante studio nazionale sulla salute e il pensionamento negli Stati Uniti.
Il divario dell’aspettativa di vita
Secondo la ricerca, gli anziani che guadagnano meno di 20.000 dollari all’anno presentano un tasso di mortalità significativamente più elevato, con il 21% degli over 60 in questa fascia di reddito che muore prima, rispetto al 10,7% degli anziani con redditi a partire da 120.000 dollari all’anno. Questo scarto di quasi dieci punti percentuali non è semplicemente una questione economica, ma riflette un vero e proprio svantaggio biologico.
Impatto della povertà sulla salute
La povertà non solo limita l’accesso ai servizi sanitari, ma influisce profondamente sulla salute fisica. Le condizioni di vita precarie, insieme a un’istruzione limitata, generano un costante stato di stress cronico, che può provocare infiammazione sistemica e compromettere il sistema immunitario. Questa situazione aumenta il rischio di sviluppare malattie gravi come quelle cardiovascolari, oncologiche e neurodegenerative, portando a una vita non solo più breve, ma anche di qualità inferiore.
Un problema di ampia portata
Questi dati, sebbene provenienti dagli Stati Uniti, sollevano interrogativi anche per l’Europa e, in particolare, per l’Italia. Il professor Dario Leosco, presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), sottolinea che nel 2017 uno studio internazionale aveva evidenziato come le disuguaglianze socio-economiche riducessero l’aspettativa di vita degli anziani di 4-7 anni, mettendo in evidenza l’impatto di fattori di rischio noti come fumo, diabete e sedentarietà.
La situazione attuale in Italia
Attualmente, in Italia, circa un milione di over 65 vive in condizioni di povertà assoluta, secondo i dati ISTAT. Nonostante il paese continui a essere uno dei più longevi al mondo, l’aumento della disuguaglianza di reddito e la crescente privatizzazione del sistema sanitario pubblico pongono nuove sfide. Il sistema sanitario, pur garantendo un accesso generalmente universale, sta subendo restrizioni che possono creare ostacoli economici all’accesso alle cure necessarie.
Politiche pubbliche e salute collettiva
Le politiche economiche e sociali giocano un ruolo cruciale anche in ambito sanitario. Investire in equità, welfare e accesso ai servizi sanitari è fondamentale per migliorare la salute collettiva e garantire un invecchiamento sano. Leosco conclude affermando che costruire una società più giusta rappresenta la migliore strategia di salute pubblica, in quanto la longevità non dovrebbe essere determinata dal reddito, ma dall’esistenza di un sistema sanitario in grado di prendersi cura di tutti, indipendentemente dall’età.

