La tavoletta dell’antico Credo cristiano

Un'affascinante scoperta archeologica che svela la storia del Credo cristiano.

Immagina di trovarti di fronte a un oggetto che può raccontare secoli di fede, di culture e di tradizioni. Questo è ciò che accade con la tavoletta di legno risalente al VI secolo, che porta incise parole che ancora oggi risuonano nelle celebrazioni religiose. È incredibile pensare che, nonostante il passare del tempo, queste parole continuino a unire i fedeli in tutto il mondo. La scrittura, sebbene in un greco già contaminato, rappresenta un legame diretto con la comunità cristiana che ha professato la sua fede secoli fa.

Il significato della tavoletta

Marco Rizzi, esperto di scienze religiose, sottolinea che questo reperto, pur non essendo il più prezioso del fondo papiri, possiede un valore culturale e religioso enorme. La tavoletta ci parla di una comunità che ha vissuto e creduto in ciò che oggi continuiamo a celebrare. Pensateci: ogni volta che recitiamo il Credo durante la Messa, stiamo in realtà ripetendo parole che hanno attraversato epoche e culture. È come se avessimo un filo invisibile che ci unisce a chi ci ha preceduto.

La mostra e il contesto storico

Questo straordinario reperto è stato presentato al pubblico durante un convegno all’Università Cattolica, un’occasione per celebrare il 17° anniversario del Concilio di Nicea. Questo concilio, che ha avuto luogo nel 325 d.C., è stato il primo ecumenico della cristianità e ha affrontato questioni cruciali, come la celebrazione della Pasqua e, soprattutto, la natura divina di Gesù. Ricordo quando ho studiato la storia di quel concilio; è affascinante pensare a quanto fosse acceso il dibattito tra i vari teologi dell’epoca, in particolare tra i sostenitori di Ario e coloro che sostenevano la piena divinità di Cristo.

Un reperto unico e misterioso

La tavoletta possiede anche un certo mistero. È infatti l’unico esemplare noto del Credo inciso su legno; tutte le altre versioni che conosciamo sono su papiro. A chi era destinata? Qual era il suo utilizzo? Queste domande rimangono senza risposta, ma la curiosità è parte del suo fascino. Paolo Senna, conservatore della Biblioteca, ha osservato che due fori nella parte superiore potrebbero indicare un metodo di affissione. Tuttavia, non essendo scritta solo su un lato, è difficile pensare che fosse appesa a una parete.

Riflessioni sulla fede e sulla cultura

Mariachiara Fincati, esperta di civiltà bizantina, suggerisce che la tavoletta potesse avere una funzione apotropaica, venerata come un’icona dai catecumeni in preparazione al battesimo. Pensare a come un semplice pezzo di legno possa racchiudere significati così profondi è davvero affascinante. Come molti sanno, la fede ha un modo tutto suo di resistere all’usura del tempo, e questa tavoletta è un perfetto esempio di come la spiritualità possa trovare espressione anche nei materiali più umili.

Un legame con il passato

Il fatto che una tavoletta come questa possa aver attraversato tanti secoli e continui a suscitare interesse è semplicemente straordinario. E, in un momento in cui il mondo sembra diviso, riflettere su questi legami storici e culturali può offrire una nuova prospettiva. È come se, attraverso questa tavoletta, ci venisse ricordato che la fede ha avuto sempre un ruolo unificante, capace di superare le barriere temporali e culturali. Proprio come quando ci riuniamo attorno a un tavolo per condividere ricordi e storie, così questa tavoletta ci invita a riflettere sulla nostra stessa fede e su come essa continui a evolversi nel tempo.

Scritto da AiAdhubMedia

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