La Sede Vacante e i suoi significati storici
In questi giorni, la Chiesa si trova nuovamente in una situazione di Sede Vacante, evocando ricordi storici che risalgono al 1700. Allora, anche in quel periodo, si celebrava un Giubileo, indetto da Papa Innocenzo XII. Quest’ultimo, afflitto da problemi di salute, non poté presenziare all’apertura della Porta Santa durante il Natale del 1699 e morì il 27 settembre dell’anno successivo. La sua morte segnò un momento di grande transizione per la Chiesa, con l’elezione del suo successore, Clemente XI, che avvenne solo il 23 novembre successivo.
In memoria di quel lungo periodo di attesa, venne coniata una moneta che oggi è custodita nella Biblioteca Apostolica Vaticana. Sul rovescio di questa moneta è rappresentata la colomba dello Spirito Santo, accompagnata da un versetto del Vangelo di Giovanni che recita: “Non vi lascerò orfani”. Questo messaggio non solo commemorava la scomparsa di Innocenzo XII, ma rappresentava anche una fonte di speranza per il futuro Conclave.
Riferimenti alla carità e alla guida spirituale
Il termine “orphanos” si riferisce ai cristiani privati della guida spirituale di Innocenzo XII, noto per il suo impegno verso i poveri. Durante il suo pontificato, Innocenzo XII avviò numerose opere a favore degli emarginati, come l’istituto creato nel Palazzo del Laterano per orfani e senzatetto. La sua eredità continua a essere un esempio per Papa Francesco, il quale ha dimostrato una sensibilità simile nei confronti dei più bisognosi.
Un esempio emblematico è la scelta di Francesco di devolvere le sue risorse per sostenere le attività di riabilitazione dei carcerati, dimostrando così un forte legame con la tradizione di carità di Innocenzo XII. Questi gesti rappresentano un continuo richiamo alla necessità di una guida spirituale che non abbandoni il suo gregge, soprattutto nei momenti di difficoltà.
Il significato della colomba e le sfide del Conclave
La colomba dello Spirito Santo è diventata un simbolo centrale durante la Sede Vacante, rappresentando la guida divina necessaria nella scelta del nuovo Papa. Questa iconografia ha radici storiche che risalgono al XVII secolo e continua a essere un elemento fondamentale nelle comunicazioni della Chiesa. Quando Innocenzo XII morì, i cardinali si trovarono di fronte a sfide significative nell’individuare un nuovo leader. Il camerlengo, il vicecancelliere e il decano del collegio cardinalizio erano in riunione, ma la salute precaria del decano complicò ulteriormente le decisioni.
La scelta cadde così sul cardinale de Bouillon, che aprì la Porta Santa la notte di Natale del 1699. Tuttavia, quando si decise di emettere la medaglia annuale per il Giubileo del 1700, l’incisore decise di rappresentare la Porta Santa già aperta, evitando di raffigurare il cardinale, segno di una transizione già avvenuta.
L’importanza della comunicazione attraverso i simboli
Le monete e le medaglie hanno avuto storicamente un ruolo cruciale nella comunicazione all’interno della Chiesa. Esse non erano solo oggetti di scambio, ma anche mezzi per trasmettere messaggi e valori. Le immagini su queste monete erano comprensibili anche per coloro che non sapevano leggere, rendendo la loro comunicazione accessibile a tutti. Come spiegato dalla direttrice del Dipartimento Numismatica della Biblioteca Vaticana, queste rappresentazioni sono diventate documenti preziosi per la comprensione della storia della Chiesa.
Un’altra medaglia rappresentativa è quella che ritrae il busto di Innocenzo XII, sul cui rovescio è effigiata la Carità che soccorre i poveri. Questo simbolo è un richiamo all’eredità di carità del Pontefice, evidenziando come l’amore e l’impegno verso i bisognosi siano stati un tema ricorrente durante il suo pontificato.
Un simbolo di speranza e amore
Infine, Eleonora Giampiccolo ci mostra una medaglia di grande importanza, realizzata da Beatrice Amerani, una delle incisore più riconosciute della zecca pontificia. Il rovescio di questa medaglia mostra un pellicano che si squarcia il petto per nutrire i suoi piccoli, un’icona tradizionale del sacrificio di Cristo. Questo potente simbolo riflette l’amore che un Pontefice ha per la sua comunità e per l’intera umanità. La sua rappresentazione continua a ispirare e a ricordarci l’importanza della carità e del supporto reciproco.