Orti abusivi a Lodi: la battaglia degli ortisti per la loro passione

Un racconto toccante che mette in luce la lotta degli ortisti di Lodi per difendere la loro passione contro l'ordinanza comunale.

Nel cuore di Lodi, una comunità di ortisti si trova a fronteggiare una sfida che va ben oltre la semplice coltivazione. Da oltre trent’anni, una quarantina di orti hanno trovato spazio lungo via Piermarini, ma ora l’ordinanza comunale che ordina lo sgombero minaccia di distruggere non solo i loro giardini, ma anche il legame affettivo che molti di loro hanno costruito con la terra. La situazione attuale è il risultato di un lungo conflitto tra passione per il giardinaggio e normative urbanistiche, che ha portato a una mobilitazione di oltre dieci ortisti guidati dall’avvocato Ilaria Battistini, intenzionati a contestare questa decisione.

Una storia di passione e resistenza

Gli orti di via Piermarini non sono semplici appezzamenti di terra: per molti, come Gennaro, che ha dedicato parte della sua vita a curarli, rappresentano un rifugio, un luogo di ricordi e di amore. «Qui passavo le giornate con mia moglie, quando era malata», racconta Gennaro, mostrando con orgoglio il suo orto curato, dove coltiva melanzane, zucchine e pomodori. La sua storia non è unica; molti degli ortisti sono pensionati che vedono in questo hobby un modo per impegnare le loro giornate e mantenere vivo il ricordo dei loro cari. Ma ti sei mai chiesto quanto possa essere forte il legame che si crea con un pezzo di terra? Per queste persone, l’orto è molto più di una semplice passione: è una parte della loro vita.

Il contesto è complicato: l’ordinanza del Comune, firmata dall’ufficio tecnico, sottolinea come questi orti siano privi delle necessarie autorizzazioni e non rispettino le distanze di sicurezza dalla rete ferroviaria. Ma per gli ortisti, la questione va oltre la legalità; è una battaglia per la propria identità e il diritto di vivere la propria passione. Sui cancelli dei loro orti, hanno affisso messaggi al sindaco, chiedendo di non rimuoverli, sottolineando che «qui è la nostra vita». Chi non si sentirebbe colpito da queste parole? È un appello che parla al cuore di tutti noi.

Il supporto legale e le prospettive future

L’avvocato Battistini ha presentato un’istanza al Broletto, chiedendo la sospensione dell’ordinanza. Secondo la sua analisi, molti di questi terreni sono usucapibili, il che significa che, nonostante l’assenza di autorizzazioni, gli ortisti potrebbero rivendicare il diritto di continuare a coltivarli. La tensione è palpabile: mentre alcuni ortisti hanno deciso di unirsi alla causa legale, tutti si augurano di poter ottenere un riconoscimento ufficiale della loro passione. «Non facciamo nulla di male», afferma Pasquale, un altro ortista che coltiva il suo orto da oltre 25 anni. Per lui e per gli altri, l’orto rappresenta un’alternativa al degrado urbano e una forma di resistenza culturale. Nonostante alcuni appezzamenti siano trascurati o utilizzati come discariche, la maggior parte degli ortisti è impegnata a mantenere i loro spazi in ordine e produttivi. Chissà quante storie di vita si nascondono dietro a ognuno di questi orti!

Le implicazioni sociali e culturali della vicenda

Questa situazione solleva interrogativi più ampi sulle politiche urbane e sul modo in cui le città gestiscono le aree verdi e le attività comunitarie. L’orto, in questo contesto, diventa simbolo di una vita semplice, di connessione con la natura e di comunità. La risposta del Comune e il risultato della causa legale potrebbero avere un impatto significativo non solo sugli ortisti di Lodi, ma anche su altre comunità che vivono situazioni simili. È interessante notare come un piccolo appezzamento di terra possa diventare un campo di battaglia per i diritti e la dignità delle persone.

In un’epoca in cui le città sono sempre più densamente popolate, il caso degli ortisti di Lodi ci ricorda l’importanza di preservare spazi per la comunità, dove le persone possano esprimere le proprie passioni e costruire relazioni significative. La battaglia di Gennaro e dei suoi compagni è un richiamo a riflettere sul valore della convivialità e della sostenibilità nelle nostre città, e su come ogni piccolo spazio verde possa diventare un luogo di rinascita e speranza. Non dimentichiamo che, alla fine, è la comunità a fare la differenza.

Scritto da AiAdhubMedia

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