Negli ultimi anni, il numero di professionisti iscritti alla gestione separata Inps ha visto un notevole incremento, raggiungendo quasi 550.000 unità. Questo fenomeno ha registrato un aumento del 68% dal 2015 al 2025, coinvolgendo una vasta gamma di lavoratori autonomi, da designer a consulenti finanziari, da wedding planner a insegnanti di yoga.
Nonostante questa crescita, i redditi medi degli iscritti si attestano intorno ai 18.000 euro annui, sollevando interrogativi sulla sostenibilità delle loro pensioni future. Infatti, più di un terzo dei versamenti effettuati non garantisce prestazioni adeguate, evidenziando l’urgenza di una riforma del sistema previdenziale.
Crescita e caratteristiche demografiche
Il primo censimento dei professionisti nella gestione separata, promosso da Confcommercio Professioni, ha rivelato che la maggior parte degli iscritti è rappresentata da donne, il cui numero è aumentato del 91%, portandole a costituire il 47% del totale. L’età media di questi professionisti si mantiene attorno ai 44 anni, con oltre il 50% di essi compreso tra i 25 e i 44 anni.
Le sfide economiche
Le analisi effettuate mostrano un quadro preoccupante riguardo ai redditi. Nonostante l’aumento complessivo delle entrate, il reddito medio rimane stagnante, principalmente a causa dell’ingresso di giovani professionisti con compensi inferiori e differenze generazionali significative. I versamenti, per quanto stabili, sono influenzati da un aumento delle aliquote, il che ha portato a un incremento delle prestazioni erogate, ma non sufficienti a garantire un futuro sereno per i pensionati.
Implicazioni per il futuro previdenziale
Le simulazioni previdenziali suggeriscono che un professionista che inizia a versare contributi a 30 anni e si ritira a 67 anni rischia di perdere più della metà del proprio reddito. Il tasso di sostituzione, ovvero il rapporto tra pensione e ultimo stipendio, si aggira attorno al 45-46%, mentre per redditi medi scende a 40%. Questo scenario si aggrava ulteriormente per coloro che iniziano a contribuire più tardi, come a 35 anni, le cui pensioni non superano il 37-41% dell’ultimo guadagno.
La necessità di riforme
La presidente di Confcommercio Professioni, Anna Rita Fioroni, ha sottolineato il divario tra i contributi versati e le prestazioni ricevute, evidenziando che i professionisti iscritti alla gestione separata ottengono prestazioni di welfare significativamente inferiori rispetto a quanto versato. È quindi essenziale sviluppare strumenti di integrazione per le pensioni future. Confcommercio sta già lavorando a questo, proponendo l’accesso a fondi pensionistici come il Fon.te, disponibile su base volontaria per i liberi professionisti.
Il governo italiano sta esplorando nuove normative per migliorare l’accesso ai bandi pubblici per i lavoratori autonomi, garantendo loro le stesse opportunità delle piccole e medie imprese. Questa iniziativa è fondamentale per costruire un sistema di protezione sociale più inclusivo che tuteli tutti i lavoratori, indipendentemente dalla loro categoria professionale.
Prospettive future
È chiaro che la crescita della gestione separata Inps impone una riflessione profonda sulle politiche di welfare. I professionisti autonomi, che rappresentano una componente cruciale dell’economia, necessitano di tutele adeguate e di un sistema previdenziale che risponda alle loro specifiche esigenze. Solo così sarà possibile garantire dignità e sicurezza economica a chi lavora in autonomia, contribuendo al benessere collettivo.

