Negli ultimi tempi, si è parlato molto della riforma dei medici di famiglia, un provvedimento che mira a ristrutturare il servizio sanitario nazionale e a garantire un’assistenza più efficiente sul territorio. Questo cambiamento è importante non solo per i pazienti, ma anche per i medici stessi, i quali si trovano ad affrontare un nuovo panorama lavorativo. La riforma prevede che i nuovi medici entrino a far parte del servizio nazionale come dipendenti, mentre i professionisti già in servizio potranno continuare a lavorare come liberi professionisti. Ma quali sono le implicazioni di questo cambiamento, in particolare per quanto riguarda la previdenza?
La posizione attuale dei medici di base
I medici di famiglia, attualmente, operano come liberi professionisti, stipendiati dal Servizio Sanitario Nazionale ma con la libertà di gestire il proprio lavoro. Sono tenuti a garantire solo 15 ore di servizio settimanale per un massimo di 1.500 pazienti, il che consente loro di rifiutare alcune richieste delle Asl, come è successo durante la pandemia. Questa autonomia ha portato a una gestione flessibile della professione, ma anche a delle criticità, che ora la riforma cerca di affrontare.
Le sfide della riforma
Uno degli ostacoli principali alla riforma è rappresentato dalla Fimmg, la Federazione italiana dei medici di medicina generale, che rappresenta una larga fetta dei medici di base. La loro opposizione è dovuta alla paura di perdere l’autonomia professionale e ai cambiamenti che la riforma comporterebbe per la gestione delle loro pratiche e della loro previdenza. Infatti, se i nuovi medici diventeranno dipendenti, dovranno versare i contributi all’Inps, mentre i liberi professionisti continueranno a contribuire all’Enpam, l’ente previdenziale che gestisce attualmente le pensioni dei medici.
Il ruolo dell’Enpam nella previdenza
L’Enpam è la più grande cassa pensionistica privata in Italia, con circa 365.000 iscritti e un patrimonio che supera i 28 miliardi di euro. I medici liberi professionisti attualmente versano una percentuale del loro reddito netto all’Enpam, e questo sistema ha permesso di finanziare le loro pensioni. Tuttavia, se i medici di nuova assunzione diventassero dipendenti, la situazione si complicherebbe per l’ente previdenziale, poiché perderebbe una parte significativa dei contributi.
Investimenti e strategie dell’Enpam
La gestione patrimoniale dell’Enpam è un altro aspetto cruciale. Gran parte degli investimenti dell’ente è concentrata in Italia, con una parte significativa in titoli di Stato e azioni di società quotate, comprese banche di rilievo. Ad esempio, l’Enpam detiene partecipazioni in Monte dei Paschi di Siena e in altri istituti bancari, il che le conferisce un certo potere decisionale. Questa rete di investimenti è fondamentale per mantenere la stabilità finanziaria dell’ente, soprattutto in un contesto di riforma.
Il futuro della previdenza per i medici di famiglia
La riforma dei medici di famiglia potrebbe portare a cambiamenti significativi nel panorama previdenziale. I medici attuali e futuri non dovrebbero temere per le loro pensioni, poiché l’Enpam ha un patrimonio sano e solido. Tuttavia, è chiaro che la questione dei contributi e della previdenza rimane al centro del dibattito, con la necessità di trovare un equilibrio tra le esigenze dei medici e la sostenibilità del sistema previdenziale. Con le elezioni imminenti per il rinnovo dell’assemblea dell’Enpam, sarà interessante vedere come si evolveranno le dinamiche tra il governo, i sindacati e l’ente previdenziale.