Le accuse di Putin verso l’Europa
Recentemente, il presidente russo Vladimir Putin ha intensificato il suo attacco verbale contro i Paesi europei, definendoli “porcellini approfittatori”. Durante una riunione al ministero della Difesa, Putin ha accusato l’Europa di seguire ciecamente le direttive del presidente statunitense Joe Biden, credendo erroneamente che la Russia fosse destinata a un crollo imminente. Secondo Putin, questa visione ha portato i Paesi europei a cercare di trarre vantaggio dalla situazione, ostacolando così ogni tentativo di pace che potrebbe essere promosso da una linea più pragmatica, come quella sostenuta dall’ex presidente Donald Trump.
La posizione dell’Ucraina
In risposta alle affermazioni di Putin, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso preoccupazione per le intenzioni della Russia. Zelensky ha avvertito che la Russia sta preparando nuove offensive, schierando circa 710.000 soldati. Questi segnali, secondo il presidente ucraino, dovrebbero allertare non solo l’Ucraina, ma anche i Paesi europei, che potrebbero trovarsi coinvolti in un conflitto più ampio. Zelensky ha descritto le azioni russe come un tentativo deliberato di annientare l’Ucraina e la sua popolazione, giustificando così l’occupazione dei territori.
Le prospettive per i negoziati di pace
Il Cremlino ha dichiarato che attualmente non è prevista una visita dell’inviato statunitense Steve Witkoff a Mosca, in attesa di aggiornamenti da Washington sui colloqui con l’Ucraina e i Paesi europei. Mosca ha espresso la speranza di un dialogo costruttivo con l’Europa, ma ha anche manifestato scetticismo riguardo al contributo del Vecchio Continente al processo negoziale, considerato poco incoraggiante. Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha pesantemente criticato i governi europei, accusandoli di voler spingere l’amministrazione Trump a seguire la linea dell’Unione Europea, con l’obiettivo di evitare una guerra che, secondo Lavrov, l’Europa stessa avrebbe provocato per indebolire la Russia.
Putin ha ribadito che, in assenza di un confronto concreto e di progressi nei negoziati, Mosca continuerà a perseguire i propri obiettivi attraverso mezzi militari, rivendicando il controllo su territori storicamente considerati russi, inclusa la Crimea. La situazione rimane tesa e le prospettive di una risoluzione pacifica sembrano sempre più lontane.

