Un terremoto devastante colpisce l’Afghanistan orientale
La notte del 31 agosto, l’Afghanistan orientale è stato scosso da un violento terremoto di magnitudo 6.0, che ha avuto il suo epicentro a circa 42 chilometri da Jalalabad, vicino al confine con il Pakistan. Il bilancio attuale è tragico: oltre 622 morti e circa 1.500 feriti, con la provincia di Kunar che ha subito il maggior numero di perdite. Qui, si registrano 610 vittime e circa 1.300 feriti, mentre a Nangarhar si contano 12 morti e 255 feriti. Le autorità locali temono che il numero delle vittime possa aumentare, poiché molte aree sono ancora inaccessibili a causa delle frane e delle inondazioni.
Difficoltà nei soccorsi e appello alle organizzazioni umanitarie
I soccorritori e le forze di sicurezza sono stati mobilitati per raggiungere le zone colpite, ma le condizioni difficili rendono il lavoro estremamente complicato. Sharaft Zaman, portavoce del ministero della Salute Pubblica afgano, ha dichiarato che ci vorrà tempo per ottenere informazioni dettagliate sulle perdite umane e sui danni alle infrastrutture. Il governo talebano ha lanciato un appello urgente alle organizzazioni umanitarie internazionali, chiedendo aiuti, in particolare elicotteri, per raggiungere le comunità isolate nelle aree montuose. La situazione è critica e le risorse disponibili sono limitate.
Un territorio vulnerabile ai terremoti
L’Afghanistan è noto per la sua vulnerabilità ai terremoti, essendo situato su diverse faglie geologiche dove si incontrano la placca indiana e quella euroasiatica. Il territorio montuoso dell’Afghanistan orientale è particolarmente soggetto a frane, il che complica ulteriormente le operazioni di soccorso. Le scosse sono state avvertite non solo a Kabul, ma anche a Islamabad, a oltre 370 chilometri di distanza, dimostrando l’intensità del sisma. La popolazione, già provata da anni di conflitti e instabilità, si trova ora ad affrontare una nuova emergenza, con la speranza che l’assistenza internazionale possa arrivare in tempo per alleviare le sofferenze.