Nel cuore della Calabria, precisamente nel territorio di Squillace, si stanno facendo passi da gigante nella comprensione del popolamento tardoantico grazie a un’importante campagna di scavi. Questo progetto, condotto da un gruppo di giovani ricercatori italiani e internazionali, è guidato dagli esperti Gabriele Castiglia e Domenico Benoci del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana (PIAC). Ha portato alla luce i resti di una villa rurale romana, attiva tra il II e il VI secolo d.C. Ma cosa significa tutto ciò per la nostra storia? L’iniziativa si inserisce nel “Vivarium project”, un ambizioso programma di ricerca e valorizzazione del patrimonio culturale locale.
Un progetto di ricerca integrato
Il “Vivarium project” non si limita a scoprire e analizzare siti archeologici, ma ha un obiettivo ben più ambizioso: generare ricadute culturali durature. Come sottolinea Domenico Benoci, il progetto mira a integrare ricerca, formazione, protezione e partecipazione della comunità. Attraverso collaborazioni con l’Istituto di Studi su Cassiodoro e l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, si sta creando un ecosistema di conoscenza e valorizzazione del patrimonio culturale, coinvolgendo anche associazioni locali. Ti sei mai chiesto quanto sia importante la partecipazione della comunità in questo tipo di progetti? È fondamentale per il successo e la sostenibilità degli interventi.
La campagna di scavi, conclusa a luglio 2025, ha rivelato una struttura imponente, con un grande muro perimetrale e ambienti termali che raccontano storie di vita quotidiana e pratiche sociali dell’epoca. I resti rinvenuti, in particolare nel settore termale, offrono un’importante finestra sulla vita di chi abitava lì, con testimonianze che coprono un ampio arco temporale, dal II al VI secolo d.C. Immagina di poter camminare attraverso queste stanze e percepire l’atmosfera di un tempo lontano!
Scoperte significative e analisi dei dati
Tra i rinvenimenti più notevoli vi è il praefurnium, il forno utilizzato per riscaldare le terme, e una sepoltura di un giovane, che offre indizi sulle pratiche funerarie dell’epoca. La villa, con le sue strutture termali e le ceramiche africane scoperte, suggerisce l’esistenza di una rete commerciale fiorente tra Calabria, Sicilia e Nord Africa. I dati ci raccontano una storia interessante di interconnessione culturale e scambi commerciali, che illuminano il contesto storico dell’area. Ti sei mai chiesto come si svolgevano questi scambi? E quali legami culturali si creavano tra queste terre?
La presenza di ceramiche e altri materiali archeologici consente di datare il sito e di comprendere meglio le dinamiche sociali ed economiche del tempo. Questi elementi sono fondamentali per una ricostruzione storica accurata e per un’analisi approfondita delle trasformazioni avvenute nel corso dei secoli. Nella mia esperienza in Google, ho visto come la storia e i dati possano andare di pari passo per rivelare verità sorprendenti.
Collaborazioni e futuro del progetto
La scoperta della villa è stata possibile grazie alla sensibilità e alla collaborazione della famiglia Lopez Pascali, proprietaria del terreno. La loro iniziativa nel segnalare i primi ritrovamenti ha aperto la strada a questa importante ricerca. È fondamentale che la comunità locale continui a essere coinvolta nel progetto, mentre si pianificano ulteriori campagne di scavo e ricerche su siti correlati, in particolare quelli legati alla figura storica di Cassiodoro. Pensi che la storia possa ancora riservarci sorprese in quei luoghi?
Uno degli obiettivi futuri è l’indagine stratigrafica della chiesetta di San Martino a Copanello di Stalettì, dove si presume possa trovarsi la tomba di Cassiodoro, una figura di fondamentale importanza del tempo. La presenza di graffiti votivi in greco e latino rinvenuti nei pressi del sito suggerisce una devozione e un interesse duraturo per questa figura storica, che merita di essere approfondita. Le scoperte archeologiche a Squillace non solo arricchiscono le conoscenze storiche della Calabria, ma rappresentano anche un’opportunità per la valorizzazione del patrimonio culturale. Come possiamo tutti contribuire a preservare e valorizzare questa eredità inestimabile?
In conclusione, il lavoro svolto a Squillace è un esempio di come la ricerca, la comunità e la formazione possano unirsi in un modello di sviluppo sostenibile e condiviso. È una storia che continua a scriversi, e noi siamo parte di essa. Non perdiamo l’occasione di scoprire e celebrare il nostro patrimonio culturale!