Nel 2025, ci troviamo di fronte a un panorama globale che presenta sfide enormi per l’infanzia. Pensateci: oltre 460 milioni di bambini sono costretti a fuggire da conflitti armati, mentre quasi un miliardo vive in condizioni di povertà. Questi dati allarmanti emergono dal Rapporto annuale sull’Intervento Umanitario redatto dall’UNICEF. E non è solo una questione di numeri; si tratta di vite umane, di bambini che meritano sicurezza e dignità, soprattutto in un contesto così difficile. In occasione del 51.mo anniversario di UNICEF Italia, il Presidente Nicola Graziano ha rimarcato l’importanza della missione dell’organizzazione, sottolineando proprio la necessità di proteggere i più vulnerabili, i più giovani tra noi.
Le crisi umanitarie e i bambini: un’analisi dettagliata
Prendiamo come esempio il Sudan. Qui, la guerra civile tra l’esercito regolare e le truppe paramilitari della RSF ha generato una crisi umanitaria di proporzioni catastrofiche. Sapete che la metà delle oltre 30 milioni di persone che necessitano di assistenza umanitaria nel 2025 sono minori? Le immagini della devastazione e della sofferenza di questi bambini raccontano una storia di emergenza che richiede la nostra attenzione. Ma non è solo il Sudan: in Haiti, più di un milione di giovani deve affrontare livelli critici di insicurezza alimentare, in un contesto politico estremamente frammentato. Come possiamo restare indifferenti di fronte a tutto ciò?
Graziano ha sottolineato che queste emergenze, pur essendo meno visibili rispetto ad altre, non sono meno gravi. In Gaza, dal ottobre 2023, oltre 50.000 bambini sono stati uccisi o feriti. Un dato drammatico che ci chiama all’azione. E in Ucraina? Dal febbraio 2022, più di 2.700 giovanissimi hanno perso la vita o subito gravi ferite a causa del conflitto in corso. Queste statistiche sono un forte richiamo alla nostra responsabilità: proteggere i diritti dei minori, senza distinzioni geografiche.
Il contesto italiano: segnali di allerta
Rivolgendoci al contesto italiano, emergono preoccupazioni significative. Sapete che il lavoro minorile tra i 15 e i 17 anni è in aumento? Nel 2024, l’Osservatorio UNICEF ha registrato 80.991 unità. Un trend preoccupante che si affianca alla generale riduzione delle competenze scolastiche tra gli adolescenti. Si stima che il 43% dei quindicenni italiani sia privo di competenze di base in lettura e matematica. Come possiamo permettere che il nostro futuro, rappresentato dai nostri giovani, sia compromesso in questo modo?
In aggiunta, le capacità di comprensione del testo tra i bambini di circa 10 anni hanno mostrato un calo significativo, con punteggi medi passati da 548 a 537. Questi dati non parlano solo di una crisi educativa, ma anche di una crisi di opportunità per i più giovani. È un problema che minaccia il loro futuro e il loro diritto a una crescita serena e istruttiva. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a questa realtà.
L’impegno di UNICEF e la speranza per il futuro
Nonostante la gravità e la varietà delle situazioni di emergenza, l’impegno di UNICEF resta invariato: proteggere i diritti dei bambini ovunque essi vengano minacciati. Graziano ha espresso la speranza che, un giorno, da Khartoum a Kiev, da Port-au-Prince a Kinshasa, ogni minore possa godere del diritto fondamentale di essere semplicemente sé stesso. Questo messaggio di speranza è essenziale: è il motore che può alimentare una visione di cambiamento e miglioramento delle condizioni di vita per i bambini in tutto il mondo. Uniamo le forze della comunità internazionale per garantire un futuro migliore ai nostri piccoli, perché ogni bambino merita di sognare e realizzare i propri sogni.