Immaginate di trovarvi nel cuore di un evento che celebra la lettura, circondati da appassionati, autori e editori. Questo è ciò che viviamo al Salone Internazionale di Torino, giunto alla sua XXXVII edizione, che quest’anno trae ispirazione dall’opera di Lalla Romano, “Le parole tra noi leggere”. È sorprendente vedere come, nonostante le difficoltà del mondo editoriale, la manifestazione attiri un pubblico così numeroso e dinamico, con oltre duemila eventi in programma e più di cinquecento collegati al Salone Off. Tuttavia, dietro questa festa della lettura, si nascondono riflessioni importanti sulla salute del mercato dei libri.
Il panorama del mercato editoriale in Italia
Da gennaio ad aprile di quest’anno, l’Associazione Italiana Editori (AIE) ha rivelato alcuni dati preoccupanti: sono state vendute 29 milioni e 218mila copie, un calo significativo di 975mila rispetto all’anno precedente, pari a una flessione del 3,2%. Questo si traduce in una diminuzione della spesa di circa 16 milioni di euro, ossia il 3,6% in meno rispetto all’anno scorso. Come ha sottolineato Innocenzo Cipolletta, presidente dell’AIE, il mercato sta pagando il prezzo della riduzione delle misure di sostegno, in particolare l’impatto della diminuzione degli acquisti da parte delle biblioteche e delle Carte per i neo-diciottenni. Ma nonostante tutto, il settore continua a mantenere una certa stabilità, anche se non senza sfide.
Generi in difficoltà e quelli in crescita
Analizzando più nel dettaglio, si nota che tutti i generi letterari hanno subito un passo indietro. La saggistica specialistica ha visto una perdita del 12,4%, e persino le promozioni come l’1+1 non hanno brillato, registrando un -15,7%. Tuttavia, c’è una buona notizia: il mercato per bambini e ragazzi ha avuto un incremento del 5,4%. È interessante come la narrativa italiana, che in passato ha visto una crescita costante, adesso stia affrontando un calo dell’1,5%, con la narrativa letteraria che risente maggiormente rispetto a quella di genere.
Le librerie indipendenti e le sfide del settore
Le librerie indipendenti, in particolare, stanno vivendo un momento difficile. Hanno subito un calo del 7,5% nelle vendite, equivalenti a 322mila copie in meno. Questo è un segnale chiaro che ci invita a riflettere: cosa sta succedendo realmente nel nostro panorama letterario? Eppure, nonostante le difficoltà, ci sono ancora molte vie attraverso cui i libri possono raggiungere i lettori. Alcuni scelgono testi usati, alimentando un mercato antiquario che, pur affrontando le sue sfide, continua a cercare di soddisfare le esigenze dei propri clienti con una varietà di titoli e un legame di fiducia.
Il mondo delle librerie antiquarie
Ad esempio, ho visitato Daniele Corradi, un libraio nel quartiere Prati che ha creato una vera e propria fortezza di libri. Entrando nel suo negozio, si ha la sensazione di essere avvolti da un’atmosfera magica, con scaffali che raggiungono il soffitto e raccontano storie di tempi passati. La sua specialità? Antichi manuali di giurisprudenza e opere del Novecento. “Quando vedo libri abbandonati, mi si stringe il cuore”, dice Corradi, sottolineando l’importanza di far circolare i libri e mantenerli vivi.
Il patrimonio culturale e la memoria
Le librerie antiquarie non sono solo un luogo di commercio, ma anche un punto di incontro di storie e memorie. Corradi racconta di come le biblioteche universitarie, un tempo suoi principali clienti, ora abbiano meno disponibilità economica per acquisire nuovi titoli. “Per sopravvivere, ora servono almeno 50mila libri in catalogo”, afferma, e questo richiede un grande impegno. Ogni libro ha una storia, e ogni ex libris artistico racconta qualcosa di chi lo ha posseduto prima. Ricordare la figura di Angelo Fortunato Formiggini, un editore ebreo che ha creato volumi magnifici, è un modo per non dimenticare. La sua storia è una testimonianza della resilienza di chi ha cercato di mantenere viva la cultura anche di fronte a enormi ostacoli.
Una riflessione sulla cultura e l’editoria
In un contesto così complesso, è chiaro che il futuro della lettura e dell’editoria in Italia richiede una riflessione profonda e azioni collettive. Come ha affermato Cipolletta, è necessario riportare il libro al centro della vita culturale del Paese. E noi, lettori e scrittori, cosa possiamo fare? Dobbiamo continuare a sostenere le librerie, a scegliere i libri, a farli circolare. Ricordo quando da giovane andavo in biblioteca, e ogni libro che prendevo in prestito era come un tesoro. La lettura non è solo un passatempo, è un modo per vivere mille vite. E non dimentichiamoci che, anche in un momento di crisi, le parole continuano a trovare la loro strada verso noi lettori.