Immagina di trovarti nel cuore pulsante di un evento che mescola scienza, poesia e spiritualità: è proprio quello che accadrà al Festival che si svolgerà a Città del Vaticano, dove oltre cento eventi promettono di affascinare e stimolare la riflessione. Con una line-up di relatori di eccezione, tra cui teologi, scienziati e artisti, il festival si propone di rispondere a una domanda cruciale: in un mondo sempre più connesso, come possiamo mantenere la nostra umanità?
Un programma ricco di eventi e ospiti illustri
Il festival avrà un programma tanto variegato quanto interessante, con lezioni magistrali, spettacoli, laboratori e momenti di spiritualità. Tra i relatori spiccano nomi noti come il teologo Paolo Benanti e il botanico Stefano Mancuso, insieme alla filosofa Michela Marzano e al fisico Federico Faggin. Non mancheranno voci significative come quella del cardinale Matteo Zuppi, del giornalista Aldo Cazzullo e del narratore Ascanio Celestini. Anche la poetessa Mariangela Gualtieri e l’Orchestra da camera di Gerusalemme porteranno il loro contributo, rendendo questo festival un vero e proprio crocevia di idee e ispirazioni.
Riflessioni sul futuro dell’umanità
Un tema centrale di questo evento sarà l’idea di “intelligenza connettiva”, un concetto sviluppato dal sociologo Derrick de Kerckhove. Questo festival non si limiterà a esplorare la tecnologia, ma inviterà anche religiosi e religiose a riflettere su come abitare consapevolmente gli spazi digitali, mantenendo l’autenticità della loro testimonianza. Fra Gianpaolo Cavalli, presidente del Movimento Francescano dell’Emilia-Romagna e direttore del Festival, sottolinea l’importanza di leggere la tecnologia attraverso la responsabilità umana. Come ha detto Papa Francesco al G7, l’intelligenza artificiale ha il potere di connettere e processare dati, ma è sempre l’essere umano a decidere come utilizzarli.
La tecnologia come opportunità e non prigione
In un’epoca in cui le connessioni digitali possono sembrare fredde e impersonali, il festival propone di riscoprire queste interazioni come strumenti relazionali. L’incontro tra Francesco e il lupo di Gubbio diventa un simbolo di apertura verso l’“altro”, anche quando si presenta in forme nuove e inaspettate. Oggi, Francesco potrebbe lodare il Signore anche per l’intelligenza artificiale, se questa viene vista come un’opportunità piuttosto che come una prigione. La tecnologia ha il potere di superare barriere fisiche e rendere la cura e la conoscenza più accessibili, ma ci invita a riflettere su come non lasciarci ingannare da una falsa vicinanza.
Un approccio empatico alla complessità
In questo scenario, la spiritualità francescana si propone di offrire un approccio empatico, capace di accogliere la complessità del presente. Le questioni di oggi non possono avere risposte semplici. È fondamentale riscoprire il valore della coscienza e della responsabilità individuale, anche quando si interagisce con le macchine pensanti. L’intelligenza artificiale ci invita a chiederci quanto vogliamo delegare e quanto, invece, dobbiamo continuare a custodire come umano e irriducibile. Fra Cavalli spera che il festival lasci al pubblico la bellezza dell’incontro e la consapevolezza che affrontare insieme le sfide complesse del nostro tempo è non solo possibile, ma necessario.
In definitiva, ogni cammino, anche nel tempo delle connessioni digitali, può e deve essere un viaggio condiviso, perché ciò che ci rende umani è la nostra capacità di relazionarci autenticamente con gli altri.