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Le nuove regole per la pensione anticipata
Con l’entrata in vigore della manovra, ci sono importanti cambiamenti per chi desidera accedere alla pensione anticipata. L’emendamento Nisini introduce la possibilità di utilizzare la rendita della pensione complementare per raggiungere la soglia minima necessaria per anticipare l’uscita dal lavoro a 64 anni. Questa novità rappresenta un’opportunità per molti lavoratori che hanno investito nel fondo pensione, rendendo più accessibile l’assegno minimo richiesto.
Aumento degli anni di contribuzione
Tuttavia, non tutto è semplice. Le nuove disposizioni prevedono un aumento degli anni di contribuzione necessari per accedere alla pensione anticipata. Attualmente, sono richiesti 20 anni di contributi all’INPS, ma dal prossimo anno, per coloro che utilizzano i fondi pensione, il requisito salirà a 25 anni. Questo cambiamento avrà un impatto significativo su molti lavoratori, costringendoli a rimanere attivi nel mercato del lavoro per un periodo più lungo.
Un ulteriore inasprimento delle condizioni
In aggiunta, l’importo dell’assegno necessario per accedere all’uscita anticipata subirà un ulteriore inasprimento. Non sarà più sufficiente che l’assegno sia pari a tre volte il minimo, ma dovrà essere di 3,2 volte, corrispondente a circa 1.708 euro. Questa modifica si applicherà a tutti i pensionati anticipati, non solo a coloro che utilizzano il cumulo con il fondo pensione. Di conseguenza, la platea dei potenziali beneficiari si ridurrà ulteriormente, rendendo più difficile per molti accedere a questa forma di pensionamento anticipato.